E’ certo che il tema di esternalizzare la problematica delle catastrofi naturali trasferendo il rischio alle Compagnie di Assicurazione non è cosa nuova ed in altri Paesi è già una realtà. Il problema che potrebbe sorgere è nella definizione dei decreti attuativi e quindi del metodo, nelle cui maglie potrebbero celarsi costi e procedure incontrollabili ,con la logica conseguenza che oltre il pagamento di una nuova tassa si potrebbe avere un servizio “complicato” . Le Aziende italiane, che già combattono tutti i giorni per affermare la loro competitività , dovranno certamente aggiungere questa gabella nella composizione dei prezzi dei loro prodotti o servizi. E poi , toccherà a tutti i Cittadini adeguare il loro bilancio familiare quando l’ obbligo sarà esteso . E’ cosa giusta che l’ applicazione di questo obbligo funzioni al meglio per restituire un vantaggio almeno di vivibilità oltre che la certezza di essere pronti a ripartire dopo un evento critico . Sembra, da indagini di mercato anche ufficiali, che in Italia non ci sia un’adeguata cultura assicurativa e il 60% degli intervistati pensa che debbano essere le istituzioni pubbliche (Ivass, Consob, Banca d’Italia, Mise) prima ancora delle compagnie (45%) a lavorare per colmare questo gap. A questo punto , ci chiediamo , possibile che questa novità della polizza cat-nat ( obbligatoria ) #rischicatastrofali non abbia acceso un dibattito pubblico?
Dalla Stampa #socialmedia non abbiamo evidenze significativa ed altrettanto da Istituzioni #MIMIT #Musumeci e Partiti. Forse è il caso che la cittadinanza, le associazioni #ConfcommercioCè #Confindustria, le Imprese, sollecitino maggiore informazione e vigilino sulla attuazione di questo processo. Tutti siamo critici verso l’Assistenza Sanitaria in USA, dedicata solo a chi è assicurato (ma come?) o benestante e, per tale settore , siamo ben felici di essere in Italia. Questo è un invito , affinché per le #catastrofi naturali non si rischi di perdere le certezza del Made in Italy.